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Che cos'è e come funziona il cambio robotizzato

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Cambio robotizzato: cos'è

Si potrebbe vedere il cambio robotizzato come un'evoluzione del cambio automatico, il quale si è imposto sul mercato sempre più di frequente come valida alternativa alla versione manuale.
Se però andiamo ad analizzare più nello specifico il suo funzionamento, ci accorgeremo ben presto che è molto più simile ad un cambio manuale, soprattutto per la condivisione della parte meccanica. Ne consegue che il modo in cui agisce è sostanzialmente differente.

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Funzionamento

Espresso in maniera semplificata, il cambio robotizzato agisce come un semplice cambio manuale, dove però la frizione e l'innesto delle marce vengono gestite da una centralina elettronica.
La frizione si occupa dunque di disconnettere e riconnettere il motore nella fase di cambio marcia. Gli ingranaggi presenti sui due alberi paralleli, grazie all'intervento dei silenziatori e dei manicotti, possono allontanarsi e riaccoppiarsi.
Nel contempo, la centralina si occupa anche di effettuare l'inserimento del rapporto successivo o precedente secondo la necessità.
Una particolarità del cambio robotizzato è anche la possibilità di essere comandato dal guidatore, diventando molto simile per funzionamento agli innesti di un sequenziale. Di norma gli innesti sono azionabili sia dalla leva sia dai paddle presenti sul volante.
Per consentirne l'utilizzo, va spostata la leva nella posizione dove sono presenti i segni "+" e "-", che indicano rispettivamente l'aumento o diminuzione del rapporto da inserire.

Caratteristiche tecniche

Da un punto di vista tecnico il cambio robotizzato è sicuramente pratico in fase di progettazione: la sua realizzazione infatti, oltre ad essere più semplice adottando la quasi totalità degli ingranaggi di un cambio manuale, consente di ridurre sensibilmente i costi e il peso.
Anche confrontato con un cambio manuale, risulta evidente che ci sono meno componenti da installare e che potrebbero portare problemi, come ad esempio la presenza del pedale della frizione, che invece è assente in un'auto dotata di cambio robotizzato. Paradossalmente, il cambio robotizzato risulta anche più affidabile.

I comandi

Entriamo ora nel vivo, e dopo aver visto a grandi linee il funzionamento al suo interno, vediamo quali sono i comandi che il guidatore può utilizzare durante la guida. Lo abbiamo già detto in precedenza: è presente la leva nel tunnel centrale (chiamata anche consolle centrale) come in tutte le tipologie di cambio. A prima vista è pressoché identico ad un cambio automatico, se non fosse per la presenza dell'alloggiamento già citato in precedenza che consente l'inserimento manuale delle marce. Tornando al discorso dei comandi, sono principalmente quattro:

  • la lettera R, che indica la retromarcia
  • la lettera N, che anche in questo caso indica in modo inequivocabile la folle
  • la lettera A (alle volte sostituita dalla E) che indica il cambio in modalità automatica
  • i già citati "+" e "-" che sono relativi al cambio in posizione sequenziale e sono posti nella direzione in cui va inserito rispettivamente il rapporto più alto o più basso.
    Come si può intuire, sono dei comandi molto semplici in primo luogo per quanto riguarda il loro apprendimento, e successivamente per quanto concerne il loro utilizzo durante la guida. Spesso, per poter passare da una modalità all'altra, è necessario tener premuto il pedale del freno, pena l'impossibilità di inserire correttamente la modalità.

Vantaggi del cambio robotizzato

  • La peculiarità di questo cambio è senza alcun dubbio la sua praticità in generale, che abbina i vantaggi di un manuale a quelli dell'automatico.

Comodità di guida

  • Utilizzare un cambio robotizzato permette di guidare in tutta tranquillità. La sua facilità di utilizzo infatti consente di non doversi preoccupare di nulla.
    Se invece si vuole prendere un po' più l'iniziativa, basta con un semplice gesto passare alla modalità sequenziale e decidere in autonomia quando cambiare marcia.
    Detto questo risulta un cambio decisamente comodo e versatile, in grado di accontentare una platea molto ampia di utenti, anche quelli più scettici rispetto ad un automatico vero e proprio.

Sportività

  • Diciamocelo apertamente: ci sarà qualcuno che, leggendo questo articolo, e vedendo la parola "sequenziale" ha pensato subito alle auto da corsa. In effetti il suo utilizzo ci può far sentire un po' dei piloti, grazie alla sua similitudine nel funzionamento.
    Questa caratteristica infatti è ben riscontrabile sulle auto sportive stradali, dove il cambio robotizzato agisce con grande velocità negli innesti, a tutto vantaggio delle prestazioni da vera supercar.

Facilità di progettazione

  • Questo punto è più rivolto agli ingegneri che all'utente finale, anche se di riflesso va a suo vantaggio.
    La maggior facilità di realizzazione di un cambio di questo tipo consente infatti di poter ammortizzare i costi di produzione e di dotare le automobili di un cambio più semplice e soprattutto meno soggetto a inconvenienti e rotture.
    Questo quindi permette all'utilizzatore finale di godere di un sistema semplice, pratico, e soprattutto con meno parti meccaniche e dunque con dei costi di gestione minori, in particolar modo in caso di inconvenienti di natura tecnica o elettronica. Ma data la sua semplicità di realizzazione, sono comunque eventi piuttosto rari.

Svantaggi del cambio robotizzato

  • Sebbene sia una soluzione ricca di vantaggi, vale la pena porre l'attenzione su alcuni punti a suo sfavore.

Velocità di cambiata

  • Se poc'anzi abbiamo mostrato come il cambio robotizzato permetta cambi marcia decisamente rapidi, lo stesso non si può dire delle versioni montate su vetture quali le utilitarie o le versioni più economiche.
    La velocità di cambiata può dipendere anche dalla conformazione stessa del cambio robotizzato: su modelli di auto economiche, giusto per portare un esempio, tale cambio è semplicemente un adattamento con aggiunta della componente elettronica ad un cambio manuale. Come tale, le cambiate avvengono con tempistiche simili.
    C'è comunque da dire che nell'utilizzo quotidiano questo non comporta dei grossi problemi, ma anzi rende l'utilizzo più familiare, soprattutto per chi arriva proprio da un lungo periodo di guida con il cambio manuale.

Adattamento

  • Essendo una tipologia di cambio che attira molti automobilisti provenienti da esperienze con soli cambi manuali, il cambio robotizzato richiede un periodo di adattamento.
    La mancanza della frizione è già di per sé un elemento che esige un po' di tempo per essere assimilato del tutto. Non saranno rari nei primi giorni i tentativi di andare a cercare con il piede sinistro quel pedale che in un veicolo dotato di cambio robotizzato proprio non c'è.
    L'istinto potrebbe essere sopito più in fretta utilizzando nei primi tempi unicamente la modalità automatica, così da abituarci alla gestione del cambio da parte della centralina elettronica. In un secondo tempo possiamo utilizzare anche la modalità sequenziale, senza correre il rischio di ricercare il pedale della frizione.

Manovre in salita

  • La mancanza della frizione si fa sentire nel momento in cui si devono effettuare delle ripartenze in salita, o magari si deve fare una retromarcia anch'essa nella medesima situazione.
    Ci si può sempre aiutare con il freno a mano, e rilasciarlo con gradualità quando l'auto è in procinto di muoversi. In alternativa le moderne autovetture sono dotate di sistemi elettronici che tengono il veicolo frenato in tali condizioni, per poi rilasciare i freni quando questo si accinge a mettersi in moto.

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